Sybilla Hellespontica Marinessensis ex agro Troyano
Le prime testimonianze riguardanti la Sibilla Ellespontica sono leggibili negli scritti di Eraclide Pontico. Il filosofo, che la chiama anche Marpessa, la presenta come "Ellespontica, nata nel territorio di Troia, nel villaggio di Marpesso". Le stesse parole verranno riprese da Varrone, il quale indicherà anche il periodo in cui la veggente visse: "ai tempi di Solone e di Ciro". Quest‘ultima informazione trova riscontro nel racconto di Nicola di Damasco, dove si narra che la Sibilla annunciò al re Persiano Ciro la vittoria sul suo avversario Creso, sovrano della Libia, e la morte di questo sul rogo. La Sibilla Ellespontica, come la Delfica e l‘Eritrea, profetizzò anche la distruzione della città di Troia a causa di Elena.
SIBILLA ELLESPONTICA NELLA DIOCESI DI BERGAMO
La Sibilla Ellespontica è presente nelle raffigurazioni di Nembro, Almenno San Salvatore, Lallio, Spinone al lago, Scanzorosciate, Sovere e Dalmine, oltre a quella di Trescore nell‘Oratorio Suardi. Tutte le realizzazioni vedono la profetessa vestita con un ampio abito, un mantello sulle spalle e un velo sul capo. Solo la veggente di Trescore indossa un particolare copricapo tenuto stretto da un laccio rosso. L‘attributo comune a tutti i ritratti è il libro.
Il messaggio trasmesso è differente nelle varie raffigurazioni. A Nembro annuncia la dimora nei cieli in cui Cristo abiterà: "De excelso celorum habitaculo prospexit deus humiles suos", mentre a Lallio e Dalmine presenta la stirpe da cui nascerà Cristo: "et nasceretur in diebus novissimus de virgine hebrea" a Lallio, "de stirpe iudaeorum" a Dalmine.