L'antiquario Varrone colloca la Sibilla Tiburtina al decimo posto della sua lista e di lei riferisce: "Decimam Tiburtem nomine Albuneam quae Tiburi colaturut dea iuxta ripas amnis Anienis, cuius in gurgite simulacrum eius inventum esse dicitur tenens in manu librum". La leggenda, appena vista nella presentazione di Varrone, che vuole il testo contenente le profezie della Sibilla ritrovato nelle acque del fiume romano Aniene, venne ripresa dal poeta Tibullo nel secondo libro dell'Elegia V: "ed i sacri responsi che la Tiburtina, / serrandoli al seno per non bagnarli, / portò attraverso le correnti dell'Aniene". Questa leggenda e le informazioni sulla Sibilla Tiburtina non sono certificate ma frutto di trasmissioni orali, pertanto Varrone utilizza il verbo latino dicitur (si dice) nella descrizione.
SIBILLA TIBURTINA NELLA DIOCESI DI BERGAMO
Numerose sono le attestazioni della Sibilla Tiburtina nella Diocesi di Bergamo: ad
Alzano Lombardo,
Nembro, Almenno San Salvatore, Lallio (dove sono presenti due dipinti),
Scanzorosciate, Sovere,
Dalmine, Medolago e
Capriate, oltre alla Sibilla Tiburtina dell'Oratorio Suardi di Trescore Balneario di proprietà privata.
Tutte le veggenti vengono ritratte con il capo coperto da un velo o da un drappo annodato e l'attributo del libro o del cartiglio. Si differenzia leggermente da queste la veggente di Alzano Lombardo, la quale veste un abito monacale di color verde, un lungo mantello rosso e il velo bianco sul capo. Solo la veggente di Sovere, Almenno San Salvatore e Trescore non presenta il capo cinto da un velo, infatti se la prima ha i capelli raccolti e il capo adornato da un sottile diadema, le restanti hanno i capelli sciolti e cascanti sulle spalle.
Nei ritratti delle Sibille in cui è presente il vaticinio è possibile leggere (in forma intera o abbreviata) l'annuncio della nascita del Messia: "Nascetur Christo in Bethlehem. Annunciabitur in Nazareth regnante tauro pacifico fundatore quietis. O felix illa mater cuius ubera illum lactabunt".